Dal disegno al segno

“Non esiste un’arte figurativa e un’arte non figurativa. Ogni cosa ci appare sotto forma di figura. Persino nella metafisica le idee si esprimono attraverso figure; è quindi evidente che sarebbe assurdo pensare ad una pittura senza figurazioni”(Pablo Picasso)

L’esposizione si sviluppa attraverso tre nuclei tematici, ognuno incentrato sulle figure di più artisti italiani e stranieri, con un approfondimento dedicato al disegno, e alla grafica più in generale, con una raccolta abbastanza eterogenea di lavori che si spalmano cronologicamente per più di secolo. Certo il confronto fra le diverse arti ha segnato la discussione accademica fin dal Cinquecento, basti pensare al dibattito del primato fra disegno e colore, ma è con l’avvento dell’età moderna che si aprono scenari inediti grazie all’invenzione della fotografia prima e grazie anche ad una rinnovata attenzione alla pratica disegnativa quale traccia concettuale poi. Il grande dibattito sul tema della verosimiglianza nel corso del XIX secolo, che coinvolge pittura e fotografia ha influito notevolmente sulla rilettura della pittura che in qualche modo si è venuta ad affrancare quale arte mimetica rispetto alla natura. D’altra parte nasce in questi anni una graduale consapevolezza del disegno quale pratica autonoma che sviluppa la sua peculiarità di atto concettuale, allontanandosi dalla mera funzione di bozzetto o studio. L’esposizione parte proprio da quest’aspetto seguendo un andamento cronologico e tematico e focalizzandosi su alcuni campi d’indagine, autori e linguaggi, prendendo avvio da un intenso ritratto di Federico Zandomeneghi, attraversando il Novecento dalle Avanguardie in avanti, per arrivare al Minimalismo, con opere di Picasso, Fontana e Arman.