Case d’asta italiane: molto positivo il bilancio delle vendite nel 2019
Tracciando un bilancio del 2019 possiamo dire che, nello scenario delle case d’asta italiane, si è registrato un incremento significativo. Molte infatti si dichiarano soddisfatte dei risultati di vendita e il cambio generazionale dimostra come i nuovi collezionisti siano molto più informati e abbiano maggiori strumenti di studio. Può sembrare ovvio ma quello che emerge da quest’ultimo anno è che la qualità è sempre più ricercata dei nuovi, esigenti, acquirenti. Così come si evidenzia la necessità delle case d’asta di varare dipartimenti dedicati proprio per soddisfare queste richieste: nascono così Comics, Luxury, Automotive o Arte orientale.
Altro dato con cui occorre confrontarsi è che è cambiato il modo di guardare le aste: hanno perso il carattere di eccezionalità che – almeno in Italia – una volta le distingueva e gli invenduti sono diventati una preziosa risorsa. Nel corso dell’anno è poi diventata prassi organizzare appuntamenti di vario genere, presentazioni, incontri pensati per fidelizzare i clienti e consolidare un rapporto nel tempo. Infine la reperibilità di opere interessanti per i nuovi e vecchi collezionisti è un vero tarlo per i responsabili dei dipartimenti, che esplorano il mercato nella speranza di individuare possibili filoni da battere oppure opere fresche da proporre.
In ogni caso è stato un anno particolarmente positivo per diverse case d’asta italiane: Christie’s, Finarte, Farsetti, Pandolfini e Il Ponte in particolare hanno registrato un incremento significativo nel corso del 2019, con eccezionali risultati nelle vendite. Ad esempio il “Ritratto di madame Roger-Jourdain” di Giovanni Boldini è stato battuto da Christie’s in febbraio per 1.266.100 € o, ancora, un Zandomeneghi è stato venduto presso Pandolfini in ottobre a 225.000 €, mentre “Concetto Spaziale” di Lucio Fontana, sempre da Christie’s, in aprile è stato aggiudicato per 850.000 €.