L’approccio al mercato post Covid
L’emergenza causata dalla pandemia ha imposto riflessioni radicali sulle nostre priorità e sulle nostre abitudini. Abbiamo compreso nel profondo che le opportunità, così come le sfide, non appartengono al singolo ma all’intera comunità. Superata la situazione d’emergenza, il mercato dell’arte ha intrapreso una fase di recupero sperimentando soluzioni coerenti con il nuovo contesto, dove le regole del passato potrebbero non essere più valide nella nuova normalità. Per il momento non si possono delineare quali saranno le conseguenze sul mercato dei beni da collezione nel contesto post Covid 19, in un periodo in cui tutti i parametri di riferimento storici sono modificati e le stime future del mercato non sono più affidabili. Sarà difficile tornare a breve al mercato dell’arte precedente al marzo 2019, come sottolinea anche l’amministratore delegato di Christie’s, Guillaume Cerutti, secondo cui “… La crisi ha fatto capire alle persone che dovranno cambiare il modo in cui lavorano e si comportano”. Il maggiore cambiamento è naturalmente l’inesorabile passaggio al digitale, un’opzione già utilizzata ampiamente dai collezionisti più giovani, ma utilizzata ora anche da clienti più anziani e per categorie di opere più tradizionali quali reperti archeologici e disegni antichi. Ciò determinerà una maggior attenzione sul locale, almeno per i prossimi anni, come sostiene anche l’economista specializzata nel mercato dell’arte Clare McAndrew per cui “… Potrebbe essere il momento di rivalutare la dipendenza del mercato dalle vendite globali e aumentare l’attenzione sul domestico”, riscoprendo così il valore dei rapporti diretti con il cliente, con la conseguenza di un consolidamento delle vendite private. Inoltre Cerrutti sostiene che a fronte di una crisi occorre un “riavvio collettivo del mercato”, che ha visto per esempio un colosso delle case d’aste come Sotheby’s realizzare un spazio web per consentire alle gallerie minori di mettere in vendita opere d’arte direttamente sul sito della casa d’aste. Allo stesso modo, il gallerista David Zwirner e la galleria Perrotin di Parigi hanno autorizzato le gallerie più piccole a utilizzare la sua piattaforma web.