L’arte contemporanea come strumento interpretativo della pandemia
“Senza immaginazione non c’è salvezza…”, sosteneva Giulio Carlo Argan: il che ci ricorda l’importanza della creatività dell’arte per superare momenti difficili. L’arte può aiutare a esorcizzare le paure legate all’ansia del vivere che ci coglie davanti a una pandemia e l’arte contemporanea sta già fornendo degli strumenti interpretativi. Secondo l’indagine indipendente pubblicata da ArtTactic che riguarda il Contemporary Art Market Confidence Report (novembre 2020), la fiducia del mercato è in notevole rialzo nell’ultimo sondaggio, pari al 44,7 e il 36% degli specialisti ha un’opinione positiva sull’andamento nei prossimi sei mesi.
Le due categorie che hanno registrato maggiori vendite in asta rimangono “Post War & Contemporary” e “Modern e Impressionit”. Sarà difficile superare la cifra di 84,5 milioni di dollari del grande trittico di Francis Bacon – al secondo posto degli artisti più venduti all’asta – venduto da Sotheby’s nell’asta di giugno. Secondo a Picasso, che da oltre vent’anni mantiene la prima posizione, mentre al terzo posto fra gli artisti più pagati, abbiamo l’artista franco – cinese Zao Wou-Ki. Quest’anno nella classifica dei top ten abbiamo la tela dell’artista pop Roy Lichtenstein “Nude with Joyous Painting” del 1994, venduto a luglio da Christie’s per 46,2 milioni di dollari e David Hockney, la cui tela “Nichols Canyon” del 1980 è stata venduta il 7 dicembre da Phillips per oltre 41 milioni di dollari. Sempre riguardo all’arte contemporanea, ciò che emerge dall’indagine ArtTactic è che il 59% degli esperti, rispetto al solo 1% della prima metà del 2020, ritiene che l’interesse per i giovani artisti (fino a 45 anni) continuerà a crescere, non solo nell’ambito del mercato primario, ma anche nel mondo delle aste.
Un senso di continuità e di sicurezza nell’ambito dell’arte contemporanea è poi dato dal confronto della posizione di ranking degli artisti rispetto alla loro rilevanza nel mercato dell’arte nell’arco temporale degli ultimi 10 anni. La conferma dal confronto dei nomi rimasti nella classifica dei primi venticinque; da Damien Hirst a Richard Prince, da John Baldessari a Peter Doig, da Olafur Eliasson ad Anish Kapoor, da Luc Tuymans a Jeff Wall. Ma quanto sarà rilevante il mercato di questi artisti fra 10 anni?