I cervi di Paolo Grassino in esposizione a Casa Maria Luigia
Visitando il grande parco di “Casa Maria Luigia”, la guest house dello chef pluristellato Massimo Bottura, a pochi chilometri da Modena, abbiamo pensato con la padrona di casa, Lara Gilmore all’istallazione dell’opera dell’artista torinese Paolo Grassino “Fiato”, due cervi in alluminio nero, con il manto forato.
Un artista che, con le sue opere, ci ha affascinato fin da subito. Così, suggestionati dalle sculture, forme plastiche potenti e in qualche modo drammatiche e sconcertanti, abbiamo iniziato, molti anni fa, una collaborazione con Paolo Grassino. Il suo lavoro si caratterizza per la profonda riflessione che riguarda il rapporto tra natura e uomo; gli animali non abitano una natura fantastica e sono, invece, radicati nella società, metafora dei mutamenti e dei problemi contemporanei.
Lo scultore torinese pone, con le sue opere, nella personale lettura della realtà contemporanea, l’accento sui tempi contraddittori e una riflessione sulle derive della società attuale, sospesa sul crinale tra naturale e artificiale, tra precarietà e mutazione. Il suo lavoro è soprattutto una ricerca che recupera in pieno il senso della manualità: lavorando con gomma sintetica, legno, polistirolo e cera, ma anche con tecniche più avanzate quali fusioni in alluminio o calchi in cemento porta le sue opere scultoree a un alto grado di spettacolarità.
Queste caratteristiche si possono ritrovare anche ammirando “Fiato”, immersi in una location unica e suggestiva, “casa” perfetta per i cervi in alluminio. Le figure, in qualche modo familiari, ma mutate – emergono – secondo Grassino – in modo potente, come realtà ben note e concrete, come improbabilità presenti fisicamente e materialmente possibili.