Mercato dell’arte, il 2023 è stato l’anno del lusso

“Normalizzazione” è il termine che più di tutti descrive l’andamento del mercato dell’arte nell’anno che si è appena concluso. Dopo due anni eccezionali, nel secondo trimestre del 2023 si sono confermate le flessioni e i rallentamenti che avevano caratterizzato il mercato anche nei primi sei mesi dell’anno scorso.

Rallentamenti dovuti al difficile contesto globale, a una diffusa incertezza economico-finanziaria, alle condizioni socio economiche, alla guerra in Ucraina e alla più recente drammatica crisi israeliano – palestinese. La contrazione generale del settore delle aste del mercato dell’arte osservata lo scorso anno riflette soprattutto un effetto di confronto sfavorevole.

Nel recente report “The 2023 Contemporary Art Market Report”, Thierry Ehrmann, Ceo e fondatore di Artmarket.com, sostiene che il mercato dell’arte sia entrato “…in una fase di assestamento essenziale e attesa da tempo”, un aggiustamento senza dubbio previsto dopo la frenesia post Covid. Esauritosi infatti l’effetto rimbalzo da post-pandemia e sgonfiatisi un po’ gli entusiasmi, il mercato dell’arte ha attraversato un anno di contrazione rispetto al 2022 ed è ancora in cerca di un adattamento efficace a condizioni mutate e a diversi circuiti di commercio.

In un anno che si è distinto per i record di vendita delle opere di Picasso, Warhol e, a sorpresa di Salvo, si sono altresì affermate nuove geografie di mercato che hanno confermato la tendenza verso est, anche con l’apertura della nuova piazza di Seoul. Per quanto l’Europa invece, la città della Tour Eiffel sta diventando la capitale del mercato europeo. In questo scenario ciò che emerge è un calo del mercato dell’arte ma non del lusso.

L’area asiatica: dove il mercato dell’arte è in crescita

Motore principale della crescita del mercato dell’arte è senza ombra di dubbio l’area asiatica, che, con i suoi nuovi acquirenti, soprattutto cinesi della generazione Z, è diventata un punto di riferimento globale. I risultati preliminari di Christie’s del 2023 hanno evidenziato nel settore del mercato dell’arte, in un anno caratterizzato da un contesto globale difficile, un aumento del 7% rispetto ai livelli pre Covid del 2019, ma un calo del 25% rispetto al 2022, anche se le vendite private hanno avuto un incremento pari al 5%, generando il 20% del volume d’affari rispetto al 14% del 2022. Nonostante il mercato asiatico sia stato caratterizzato da notevoli record, come l’opera di Sanyu “Nude on Tapestry” acquistata per 24.2 milioni di dollari e “A Flower” di Kusama venduta a 10 milioni di dollari, quello del lusso ha avuto il suo più importante incremento.

Il settore dei gioielli guida la classifica con 134 milioni di dollari di fatturato, segue quello degli orologi che ha ottenuto il totale di vendite annuali più alto di sempre nella regione, pari a 88 milioni di dollari. Quello delle borse invece ha raggiunto la cifra record di 20 milioni di dollari, seguono i vini. Sicuramente il perdurare della problematica condizione mondiale, anche quest’anno influenzerà il mercato dell’arte. I collezionisti “occidentali” saranno nettamente più cauti rispetto al 2021 e al 2022, anche se l’ambito asiatico rimane un punto interrogativo.

 

Leggi altre news

 

Mercato dell'arte il 2023 è stato l'anno del lusso. In crescita rispetto all'arte