19 novembre – 19 dicembre 2010
Modena, Palazzo Cremonini
Una mostra che intende dare uno spaccato della cultura figurativa italiana e non solo, tra la seconda metà del XIX secolo e l’inizio del XX. I dipinti esposti sono provenienti soprattutto da collezioni private e per lo più inediti, in modo da offrire al pubblico la possibilità di godere di opere, altrimenti non fruibili e spesso sorprendenti per la loro qualità. I soggetti trattati ricostruiscono le vicende dei generi pittorici, spaziando da quelli storici ai soggetti neo-settecenteschi, rappresentati da un divertente dipinto di Gerolamo Induno del 1870, alla veduta urbana rappresentata da “Mercato in Piazza Grande a Modena” di Evaristo Cappelli, o da “Il tram al Vomero” del 1932 di Guido Casciaro, una tela che si caratterizza per un linguaggio contemporaneo, con ampie campiture di tinte piatte e con accostamenti cromatici inaspettati, improntati su colori freddi. La pittura di paesaggio di Guglielmo Ciardi con “Il canneto” del 1897 si confronta con “Barca sulla riva della Senna” di Serafino De Tivoli, mentre la “Venezia” di Rubens Santoro dialoga con la tela più tarda “Campo San Giovanni e Palo” di Vittore Zanetti Zilla, che colpisce per la delicata, eppur decisa, luce che avvolge la scena e che sembra sfaldare i contorni degli oggetti, delle case, delle statue, attraverso dense e materiche pennellate. La categoria dei ritratti è rappresentata dalla piccola e preziosa tavoletta di Eugenio De Blaas, “La velata” del 1882, in cui il pittore svela, lontano dalla formalità delle regole del dipinto ufficiale, un’abilità cromatica fresca, tutta giocata su tonalità fredde unita ad una matura capacità introspettiva. Il dipinto si confronta con il più tardo dipinto di Antonio Mancini “Sorriso”, realizzato nel 1919 ed esposto alla XII Biennale di Venezia del 1920, in cui il pittore si concentra nella descrizione del viso della fanciulla, mentre il resto appare abbozzato da una massa di pigmenti, densa, creata da uno spessore di strati sovrapposti e contraddistinta da voluminose e pesanti pennellate di “materia vibrante”.
Tra le opere più significative viene esposta la tela “Le muse” di Gaetano Previati, proveniente dalla collezione newyorkese di Arturo Toscanini, opera molto amata dal maestro tanto che scriveva A. Lualdi nel 1920: “Io l’ho trovato più volte, nel suo appartamento così ricco di opere d’arte, a meditare estatico davanti a un bellissimo e grande bozzetto del Previati “Le muse”… assaporava i toni freddi degli alberi di sfondo e del cielo, e gustava la disposizione delle figure e i loro atteggiamenti e il loro ritmo sviscerava il significato del quadro e ne traeva fuori tutto il sentimento – così come avrebbe potuto fare di una pagina di musica”.
Eugenio De Blaas
(Albano Laziale, 1845 – Venezia, 1931)
La velata
Olio su tavola cm. 28,5 x 18,6
Firmato e datato sul lato sinistro “1882”
Antonio Mancini
(Albano Laziale, 1852 – Roma, 1930)
Sorriso
Olio su tela, cm. 70 x 60
Firmato in basso a sinistra
Gaetano Previati
(Ferrara, 1852 – Lavagna 1920)
Le muse
Olio su tela, cm. 33 x 92
Sul retro: cartiglio “The New York Cultural Center, 2 Columbus Circle, New York 10019”
Guglielmo Ciardi
(Venezia, 1842 – 1917)
Il canneto (Paesaggio sul Sile) 1897 ca.
Olio su tavola, cm. 25 x 35,5
Firmato in basso a destra
Sul retro: a matita “Mulino del Croda”