22 maggio – 23 giugno 2010
Modena, Palazzo Cremonini
31 luglio – 12 settembre 2010
Agrigento, Fabbriche Chiaramontane
Mostra realizzata con il patrocinio dell’ “Associazione Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento”, di “Fabbriche Chiaramontane, Arte Moderna, Galleria Permanente” e del comune di Agrigento
Presentazione Alfonso Panzetta
La monografica dedicata al giovane scultore torinese ci porta ad un nuovo confronto con l’arte figurativa per la quale, secondo Alfonso Panzetta “… torna prepotentemente attuale il pensiero di Vincenzo Gemito secondo il quale la cognizione del passato – ma direi anche la riflessione sulla tradizione – è condizione imprescindibile per creare un capolavoro, inteso come qualche cosa di potentemente nuovo ed attuale. Gabriele Garbolino esprime al meglio tale concetto. Grande e sicuro modellatore, colto e fascinoso compositore di immagini, il giovane scultore ha radicato la sua ineccepibile contemporaneità con la conoscenza della scultura antica e con la sua profonda comprensione, dimostrando nei fatti che in questo torno d’anni, dopo lunghi decenni di installazioni ed assemblaggi aniconici, per i quali persino la definizione di “scultura” era negata o preclusa, il ritorno alla figura permette di avviare fondamentali riflessioni su quelli che per tradizione sono i “generi” espressivi di quest’arte nobile; dal monumento celebrativo a quello funerario, dall’opera di soggetto religioso sino al ritratto. Generi che Garbolino ha già affrontato e praticato con esiti inattesi e dirompenti, squadernando capacità manuali – da tempo desuete – impiegate sulla via che porta alla contemporaneità anche per tramite di tagli compositivi insoliti, materiali non tradizionali e suggestioni neo-concettuali. Il contemporaneo ritorno all’immagine dell’uomo, ai suoi valori positivi, ma anche agli aspetti negativi, evidente nei più accorti esponenti di questa generazione di scultori, possiede, a mio avviso, uno speciale significato simbolico che affonda le proprie radici nel tempo in cui viviamo. È un’introspezione certamente psicologica dettata dal fatto che, forse, nessun’epoca è più consapevole della nostra delle contraddizioni esistenti e delle profonde crisi in atto. Del resto, come sosteneva Constantin Brancusi, lo scultore non deve essere un semplice riproduttore delle apparenze, ma un pensatore, quasi un filosofo che esprime il suo tempo con pensieri plastici, tridimensionali. Anche in questo Gabriele Garbolino è certamente esemplare, la sua singolare ricerca sul volto e sulla figura, tendenzialmente frammentate o ingigantite in scala monumentale, realizzate in marmo, bronzo, ma sempre più spesso in algido alluminio, in ghisa pesante o in ferro acidato, tendono a trasfigurare i soggetti in una dimensione “altra”, parallela e simbolica, fortemente suggestiva, ma allo stesso tempo elegantemente destabilizzante”.
Gabriele Garbolino Rù
Lorica (1997)
Bronzo, h. cm. 52
Gabriele Garbolino Rù
Tuffatore (1999)
Bronzo, h. cm. 158
Gabriele Garbolino Rù
Nuotatore (2010)
Bronzo, h. cm. 90
Gabriele Garbolino Rù
Mattina (2008)
Bronzo, h. cm. 61,5