14 novembre – 27 novemvre 2013
Milano, Spazio Orso 16
“Giovanni Spazzini ha una profonda capacità introspettiva. Riesce a cogliere ciò che ognuno sa trasmettere di sé, così come i moti d’animo più reconditi. Il suo lavoro vive di un continuo passaparola, è come un artista dell’antichità cui vengono commissionati i ritratti dei propri cari”. Questa seconda monografica dedicata al pittore milanese è dedicata essenzialmente al genere del ritratto:“ho sempre voluto fare il pittore – dice Giovanni Spazzini – fin da piccolo dipingevo, soprattutto ritratti”. Durante gli anni di studi, il liceo classico e poi la laurea in economia, Spazzini ha coltivato la sua innata predisposizione per le arti figurative attraverso il continuo esercizio prima del disegno e poi anche della pittura. Il lavoro lo ha allontanato per qualche anno da matite e pennelli, ma presto l’espressione artistica è diventa nuovamente una parte sempre più importante dell’attività quotidiana, per quanto sacrificata. Il crescente desiderio di trasferire nel segno pittorico l’emozione estetica, lo spinge a dedicarsi sempre più attivamente alla sua vera passione, fino a quando l’inconciliabilità della pittura con gli impegni lavorativi lo induce, nel 1998, a farne la sua unica attività. Da allora la sua evoluzione artistica si svolge attraverso lo studio, l’esercizio e la sperimentazione continua, che lo portano all’esecuzione di centinaia di opere con tecniche e di generi differenti, che espone in diverse personali. I ritratti, caratterizzati da un’approfondita introspezione psicologica, sono spesso elaborati direttamente sulla tela, di getto, mentre altre volte l’esecuzione è preceduta da numerosi studi e schizzi preparatori, diario di una profonda ricerca svolta sul modello, in cui il pittore cerca di catturare il movimento e le espressioni mutevoli e rivelatrici del soggetto. Si perviene a una definizione della somiglianza nell’insieme estremamente espressiva, non sempre allineata alla pura e semplice corrispondenza fisica. I tratti più accurati del volto contrastano a volte con i contorni sfumati e poco netti del corpo, come se il pittore isolasse le zone di più vivo interesse attraverso l’attenuazione degli elementi meno degni di rilievo. In realtà questi elementi tratteggiati sommariamente, ma con energia, risultano fortemente espressivi della personalità del soggetto e insieme decisivi per la struttura del quadro che, nelle intenzioni dell’artista, deve essere considerato in quanto tale e non solo come ritratto. Gli sfondi, frammentazioni spaziali strutturate in larghe campiture di colore e linee disposte in armonia ed equilibrio, sono parti costitutive essenziali del dipinto volte a creare, incrociandosi e fondendosi con il soggetto, quell’emozione estetica che l’artista, anche nei ritratti, desidera stimolare. I ritratti riguardano principalmente amici e familiari, alcuni più popolari e conosciuti di altri, come Anna Molinari e Diego Abbattantuono per esempio, riconoscibili tuttavia solo attraverso il nome proprio, con cui il pittore titola i suoi dipinti.
Giovanni Spazzini
Marco (2013)
Olio su tela, cm. 115 x 100
Giovanni Spazzini
Diletta (2007)
Olio su tela, cm. 110 x 110
Giovanni Spazzini
Natalia (2010)
Olio su tela, cm. 130 x 100
Giovanni Spazzini
Anna (2011)
Tecnica mista su carta intelata, cm. 50 x 110