Frieze e Frieze Master: l’arte in ripresa alla fiera londinese
Un denso programma espositivo e di eventi collaterali ha accolto i visitatori e i collezionisti della fiera Frieze e Frieze Master di Londra, la voglia di tornare ad una “normalità” pre covid è tanta. Il mercato ha risposto positivamente all’evento, confermando un trend positivo di ripresa che si era manifestato alle recenti fiere, da Miart all’Armory Show a New York fino alla più recente Art Basel.
Il ritorno in presenza ha permesso di poter riprendere e riattivare la rete di contatti e promozione fondamentali per la galleria ed è stato fondamentale per concludere le vendite di opere che, magari, erano già state opzionate attraverso il canale digitale. La prevalenza di istituzioni e collezionisti europei ha caratterizzato quest’ultima fiera, calcolando la presenza ridottissima, se non la mancanza di collezionisti asiatici e americani, scoraggiati dalle norme svizzere anti- covid. Le gallerie si sono dichiarate soddisfatte delle vendite, anche se sono andate un po’ a rilento: la domanda si è dimostrata molto per l’arte di qualità soprattutto storicizzata.
La caratteristica più evidente di queste fiere rimane comunque la presenza massiccia della pittura, tanto che quest’anno nella sezione Unlimited, dedicata di solito alle grandi installazioni e curata quest’anno per la prima volta da Giovanni Carmine, ha prevalso la pittura di grandi dimensioni, con alcune opere di spicco di conosciuti artisti italiani: Alighiero Boetti, Ettore Spalletti, Luciano Fabro, Francesco Clemente ed Enzo Cucchi. In un momento ancora caratterizzato da incertezze e incognite sulla risposta del mercato, la maggior parte delle gallerie ha proposto opere di nomi più che consolidati e immediatamente riconoscibili, privilegiando una selezione di opere rassicuranti.
Tra le opere più care in assoluto, un Basquiat da Van De Veghe Fine Art da 40 milioni di dollari del 1983, acquistato direttamente dall’artista e da allora nella stessa collezione. Da Thaddaeus Ropac sono state vendute due opere di Baselitz a 1,2 e 1,350 milioni di euro e una di Sean Scully, presente anche nella sezione dedicate alle opere di grandi dimensioni, a 1,250 milioni di dollari.