Modenantiquaria e Arte Fiera: due appuntamenti centrali per il mercato dell’arte
Domani si conclude la XXXVIII edizione di Modenantiquaria, manifestazione di riferimento per gli amanti dell’alto antiquariato, contraddistinta da storia, tradizione, arte e mercato, con selezionate e prestigiose gallerie antiquarie italiane ed estere che espongono i loro pezzi più rari e significativi. Patrocinata dall’Associazione Antiquari d’Italia e dalla FIMA e curata da Ruggero Moncada di Paternò, la fiera in tutti questi anni di attività ha saputo interpretare il mutamento culturale che ha contraddistinto il mercato dell’arte soprattutto nell’ultima decade. La rassegna si pone l’obiettivo di migliorare il buon risultato raggiunto lo scorso anno, dove i protagonisti degli investimenti sono stati gli old masters, portatori sicuramente di un profondo valore culturale e al contempo dimostratisi anche “bene rifugio”.
Nello stand di Enrico Gallerie d’Arte l’attenzione è tutta per il dipinto “La Baronessa Ginsburg”, magnifico e sensuale ritratto realizzato da Giovanni Boldini tra il 1900 e il 1905 circa. Anche noi siamo presenti nella sezione Sculptura, con la raffinatissima scultura in marmo di Carrara di Pablo Atchugarry e insieme ad Angelo Enrico con M45, in un piccolo spazio che vede esposti il “Ritratto di Madame Roger Jourdain” di Giovanni Boldini e “Shipboard Girl” di Roy Lichtenstein, opere che saranno presenti nella nuova mostra che quest’autunno organizzeremo insieme nel nostro spazio a Milano. La mostra sarà dedicata alla figura della donna, ninfa e musa della storia dell’arte, con opere che abbracciano diversi secoli, dai fondi oro trecenteschi fino all’arte più contemporanea.
Si è conclusa invece domenica 9 febbraio l’edizione 2025 di Arte Fiera a Bologna, la migliore degli ultimi anni e l’ultima sotto la guida di Simone Menegoi. La più antica fiera italiana, che vanta oltre 50 anni storia, quest’anno ha visto, fra le 176 gallerie, ritorni importanti di grandi presenze italiane da Raffaella Cortese a Tucci Russo. Solida è parsa la proposta di tante gallerie in fiera con opere di grandi qualità, rappresentanti di uno spaccato ricco e variegato dell’arte italiana e internazionale, dagli artisti emergenti, alle opere di grandi maestri, sia nel contemporaneo che nel moderno.
Nel padiglione legato all’arte moderna prevale la pittura con i grandi maestri per il Novecento: Balla, De Chirico, Sironi, gli astratti degli anni ’70, la Transavanguardia. Tra i più “classici”, bellissimo il gouache “Oiseau” di Joan Mirò da Tornabuoni o il Casorati del 1910 venduto da Mazzoleni. La Galleria Secci esponeva “La centralinista” (1949) di Leoncillo, con una valutazione di 230.000 euro, accanto ad opere di Turcato, Concetto Pozzati, Giò Pomodoro, grandi maestri italiani con le cui Fondazioni la galleria lavora da tempo. Riscontri positivi dal punto di vista del mercato; sicuramente la fiera ha attirato un pubblico interessato e qualificato soprattutto nazionale, con diverse ed importanti vendite il giorno della preview e andamenti più lenti però i giorni successivi.
Una profonda delusione e malcontento tuttavia serpeggiavano fra i corridoi delle gallerie per la riforma fiscale attesa nel DL Cultura presentato il 3 febbraio, dove nessun emendamento è stato incluso in materia di IVA e circolazione delle opere. L’iva italiana al 22%, quasi un quarto del prezzo di un’opera, sicuramente affossa la competitività delle gallerie italiane rispetto a quelle francesi o tedesche, con l’Iva rispettivamente al 5,5% e al 7%. Un collezionista che voglia acquistare un’opera di un artista rappresentato sia da una galleria italiana che una straniera infatti sceglierà purtroppo quest’ultima.
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