9 luglio – 4 settembre 2011
Agrigento, Fabbriche Chiaramontane
Mostra realizzata con il patrocinio dell’ “Associazione Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento”, di “Fabbriche Chiaramontane, Arte Moderna, Galleria Permanente” e del comune di Agrigento e della Provincia di Agrigento
La rassegna antologica allestita negli spazi delle Fabbriche Chiaramontane, costituita da una trentina di opere selezionate, traccia il coerente e coraggioso percorso artistico intrapreso dal pittore milanese Giovanni Spazzini negli ultimi dieci anni, espresso attraverso una serie di ritratti e rappresentazioni essenziali, appena abbozzate, di paesaggi che sfiorano quasi l’astrazione.Con una semplicità di linguaggio e di un gesto pittorico che, partendo dal lessico figurativo, ha trovato l’antidoto alle tendenze ossessive dell’astratto e dell’informale, l’artista ha saputo crearsi un proprio spazio, rifuggendo sistematicamente dalle attrazioni dei movimenti artistici e resistendo, la sua opera, ad ogni decisa catalogazione stilistica.Fin dai primi passi del suo percorso d’artista, Spazzini ha manifestato uno straordinario interesse per la natura unito ad un eccezionale spirito di osservazione del reale, che si esprime con un linguaggio personale, fatto di continue sperimentazioni, realizzate in superfici di grandi dimensioni, che sembrano caratterizzare tutta la produzione del pittore milanese. Partendo infatti dal fedele studio del dato oggettivo e da una rigorosa analisi del paesaggio e dell’anatomia della figura umana, unita ad una capacità straordinaria di sintesi, sia a livello formale, che in termini di selezione delle caratteristiche fondamentali di ogni soggetto, l’artista realizza, pur nell’autonomia interpretativa, una rappresentazione delle forme del reale, utilizzando un lessico sintetico e conciso. Un’arte che sembra, soprattutto nei paesaggi, testimoniare insieme l’intensa nostalgia di una natura originaria incontaminata, immobile, da restituire “metafisicamente”, come se lo sguardo potesse coglierne solo l’esistenza sublimata, intrisa di luce, parafrasata e riletta attraverso la visione del ricordo o nella parzialità ravvicinata del frammento. Nelle opere di paesaggio e di figura, la spinta poetica e il processo creativo che operano a monte del soggetto sono del tutto simili, non essendoci una vera e sostanziale differenza di atteggiamento e di approccio verso la realtà.Tuttavia il lessico del pittore sembra variare nell’utilizzo a volte di un linguaggio più conciso e metaforico nel tratteggiare i paesaggi, mentre impiega un segno più preciso e aderente nel delineare le forme del reale soprattutto nei ritratti; la scelta dell’uno o dell’altro orientamento sembrano variare in funzione e in rapporto al tipo di verità che il pittore intende evidenziare.La frantumazione formale diviene un elemento topico nel linguaggio del pittore, che, attraverso inflessioni più o meno astratte, impressioniste o espressioniste, non impediscono tuttavia alle opere di conservare un lessico comune.
Giovanni Spazzini
Edoardo (2005)
Olio su tela, cm. 120 x 90
Giovanni Spazzini
Cachi su fondo azzurro (2011)
Olio su tela, cm. 152 x 127
Giovanni Spazzini
Rino (2011)
Olio su tela, cm. 170 x 170
Giovanni Spazzini
Stagno (2011)
Tecnica mista su carta intelata, cm. 130 x 130